NODO 4
Nuovepriorità pubbliche
Dalle diverse politiche sull’immigrazione alle nuove fonti di finanziamento
Dalle diverse politiche sull’immigrazione alle nuove fonti di finanziamento
indipendentemente dalla provenienza
La gestione e la movimentazione dei cittadini “regolari” e delle merci rappresenta solo una parte del problema pandemico. Il lato non considerato è rappresentato dal controllo dei flussi migratori clandestini e, conseguentemente, delle merci illegali. Nei prossimi anni assisteremo allo sviluppo di metodi di tracciamento individuale sempre più capillari ed accurati, che riguarderanno sia gli spostamenti leciti che quelli illeciti.
Durante questa pandemia si è compreso, senza ombra di dubbio, che la popolazione in movimento nel mondo rappresenta non solo una straordinaria risorsa per l’economia ma anche un potenziale pericolo per la salute pubblica. E’ logico pensare quindi che un inasprimento delle misure per il controllo dell’immigrazione possa diventare un punto all’ordine del giorno delle agende politiche.
Questo inasprimento – si badi bene – non riguarderà soltanto, come è accaduto in passato, la migrazione economica di sopravvivenza. Al contrario, verranno regolamentate e monitorate le migrazioni anche tra le nazioni a tasso di sviluppo paritario. Addirittura, i paesi emergenti tenteranno di scoraggiare grandi traffici di persone in andata e ritorno, non potendo garantire la permeabilità del confine agli agenti patogeni, in un senso o nell’altro.
Proprio nel merito della migrazione economica dai paesi in via di sviluppo, sarà possibile fare un passo ulteriore coniugando le esigenze di sicurezza con quelle dell’economia. Una volta compresa la dinamica che lega con un rapporto causale la diffusione di un agente virale all’azione indiscriminata dell’uomo sull’ambiente (consumo di carne e suolo in primis) è chiaro che si arriverà ad un aumento dei fondi per la tutela e la conservazione delle nazioni più povere, che spesso coincidono con i grandi polmoni verdi del pianeta.
Questi investimenti radicali permetteranno di sovvertire le economie locali (ad esempio investendo in attività di mantenimento e tutela delle grandi aree forestali), generare occupazione e controllando quindi il problema migratorio nelle sue fasi iniziali.
In questi casi, la catena che porta dall’industrializzazione selvaggia alle lotte economiche per la conquista dei territori, dalla corruzione istituzionale alla povertà diffusa, verrà massicciamente incrinata.
Il processo, che adesso pare inevitabile, tra depauperamento delle risorse e fuga dei residenti indigeni verso zone a più alto benessere, tra impoverimento generalizzato e cessione di ampissime aree del pianeta alle grandi corporation della deforestazione, potrebbe finalmente interrompersi dando luogo a santuari di tutela ambientale che potrebbero sovvertire le previsioni sulle prossime pandemie.
Per le aree desertiche del pianeta, produttrici anch’esse di immigrazione diffusa ed incontrollata, occorrerà comunque pensare ad un processo di progressiva emancipazione economica, foraggiando politiche lungimiranti e una più assennata gestione dei grandi fattori di impoverimento strutturale.
Se avremo l’accortezza di comprendere a fondo questo processo, il combinato disposto di forze in gioco si tramuterà in un impegno effettivo dei Paesi facoltosi a risanare e modificare le condizioni dei paesi di origine dei migranti economici.
Le nazioni sviluppate vorranno preservarsi evitando nuove pandemie: ma perché questo avvenga, appare chiara la necessità di creare un ambiente favorevole che scoraggi l’immigrazione indiscriminata e clandestina.
Poiché le strategie isolazionistiche e punitive verso i migranti hanno prodotto solo risultati mediocri e temporanei – alimentando tra l’altro un sistema corruttivo e di trasporti illegali che ha indebolito il sistema anziché guarirlo – verranno richieste a gran voce soluzioni efficaci capaci di arginare il problema ed eradicarne le cause in modo profondo.
Un sistematico controllo dell’immigrazione, infine, avrebbe anche il vantaggio diretto di ridurre la manodopera disponibile per tutti quelle occupazioni illegali o criminali dirette o indirette (dal caporalato allo smercio degli stupefacenti) che rappresentano le normali destinazioni di una certa popolazione borderline.
Questo serbatoio, sempre colmo, una volta svuotato porterebbe ad una nuova debolezza delle grandi organizzazioni criminali, che sarebbero costrette a riorganizzarsi oppure a cedere quote del loro mercato illegale.
Ripensare il sistema dell’immigrazione illegale alla radice, creando le condizioni ideali per una sua remissione sostanziale. Questi presupposti, le Nazioni dovranno capirlo, sono gli stessi che potrebbero evitare o limitare l’esplosione dei fenomeni pandemici futuri.
Progetto collettivo di analisi socio-politica sul Covid 19. Scenari post Coronavirus: opportunità e vicoli ciechi. Cosa possiamo imparare dall’epidemia di Covid 19. Tutto il materiale contenuto nel sito è riservato e non può essere riprodotto senza l’esplicito consenso degli autori.
Testi aggiornati il 4 maggio 2020.
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